Per quanto si possa fare per essere positivi, ottimisti, è inevitabile che il dolore, la sofferenza, vengano a bussare alla nostra porta. Ci sono giorni, o momenti, o periodi, in cui tutto sembra perso, dove tutto è dolore e soffocamento, strettoia e chiusura. Per nostra cultura siamo abituati a rifuggire dal dolore, ad evitarlo; tale comportamento, per quanto comprensibile, non è utile . Il dolore va accolto, vissuto, indagato: cosa vuole dirci? Fino a quando non avremo il coraggio di guardarlo in faccio e ci opporremo ad esso, starà in nostra compagnia. Tanti si chiedono come fare per non soffrire, ma le domande da porsi sono altre: “Come posso soffrire meno?”  o meglio ancora “Come uscirne più in fretta?“.  In realtà non c’è niente di sbagliato nel vivere le nostre emozioni in toto, anche quelle che ci sembrano negative e di cui vorremmo liberarci in fretta. Dobbiamo disfarcene prima possibile è vero, ma non prima di averle provate, vissute, attraversate, manifestate. Reprimerle, sottovalutarle o peggio ignorarle è controproducente perché ci porta ad essere falsi persino con noi stessi, a non ammettere il problema e dunque ci allontana dalla soluzione. Cercare quindi di non soffrire a tutti i costi è l’errore più grande di fronte al dolore. Mascherarsi da felici equivale solo a ritardare il momento di fare i conti con le nostre emozioni negative non a liberarcene una volta per tutte. Stiamo pertanto  nel dolore, esprimiamolo senza vergogna e vediamolo come un mezzo per passare ad una fase successiva della nostra vita. Ci accompagna per chiudere un ciclo ed è inevitabile che porterà delle novità nella nostra vita. Diamo quindi spazio al nuovo!

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